L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha stabilito che la prevenzione del diabete mellito costituisce una priorità fondamentale per la salute pubblica; per l’età pediatrica ha promosso un progetto multinazionale per la sorveglianza dell’incidenza, della mortalità e del livello assistenziale del diabete nell’età infantile, lo studio DIAMOND (Multinational Project for Childhood Diabetes) e lo studio EURODIAB in Europa (The Epidemiology and Prevention of Diabetes).
L’incidenza del DM1 è infatti aumentata rapidamente negli ultimi decenni, soprattutto tra i bambini e gli adolescenti. Se il trend riportato troverà conferma è prevedibile un raddoppio dei casi incidenti tra il 2005 ed il 2020 nei bambini di età inferiore ai 5 anni, ed un aumento del 70% dei casi prevalenti al di sotto dei 15 anni di età. I risultati rilevati nell’ultimo decennio potrebbero essere parzialmente influenzati dal progressivo incremento della quota dei cittadini immigrati, in particolare dal Nord Africa, ove il DM1 presenta un’incidenza maggiore rispetto ad altri paesi del Continente.
In Italia è stato istituito nel 1997 il RIDI (Registro Italiano sul Diabete Insulino-dipendente) finalizzato alla raccolta dei dati epidemiologici sui nuovi casi di diabete mellito nella fascia di età 0-14 anni. Precedenti studi italiani nella popolazione pediatrica riportavano un progressivo aumento dell’incidenza del DM1 superiore al 3.6% nel periodo 1990-1999 (1) ed un incremento di circa il 3% nel periodo 1990-2003 (2).
Una recente raccolta di dati relativamente al periodo 2004-2013 ha documentato 3643 nuovi casi di DM1 nella popolazione italiana 0-14 anni, con una incidenza pari a 18.8 casi/100.000/anno (95%CI:17.7-20.0) nel genere maschile e 17.3 casi/100.000/anno (95% CI: 16.3-18.5) nel genere femminile.